Lucietta. Organista di Vivaldi by Federico Maria Sardelli

Lucietta. Organista di Vivaldi by Federico Maria Sardelli

autore:Federico Maria Sardelli [Sardelli, Federico Maria]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sellerio
pubblicato: 2023-10-12T23:00:00+00:00


Fatti documentati 7

Sono già diversi anni che il maestro di coro Gasparini tenta di andarsene dalla Pietà e da Venezia in cerca di incarichi più redditizî, senza riuscirci. Finalmente il 26 aprile 1713, con la scusa «de ricuperarsi dalle indisposizioni da’ quali resta agravato, et per assister alli premurosi affari della sua Casa», Gasparini ottiene il permesso di andarsene, con la promessa di «restituirsi al servitio di questo Pio Luoco nel corso di mesi sei». Promessa che bellamente non manterrà, tenendo i governatori e tutto l’istituto in attesa per un anno intero. Privare del maestro di coro un ospedale veneziano significa bloccarne l’attività musicale, essenziale al sostentamento dell’istituzione. Il maestro deve insegnare alle figlie almeno tre giorni alla settimana, «tanto la matina quanto il doppopranzo», dirigere il coro in tutte le festività principali, suonare l’organo. Inoltre deve fornire due messe e due vespri nuovi all’anno, due mottetti al mese e

[...] qualunque altra compositione, che li venisse ordinata, in caso de Funeralli, degl’Officij della 7mana Santa, o in qualunque altro caso, dalli detti Signori Governatori.

Già in giugno i governatori son costretti a chiamare Pietro Scarpari, detto Dall’Oglio, cantante della chiesa ducale di San Marco e maestro di canto, per supplire Gasparini. Ma Dall’Oglio si rivela insufficiente per un compito così importante: può insegnare il canto alle figliole, ma non è certo in grado di comporre musica sacra di quella qualità e quantità. Vivaldi, invece, ne è capace. Senza modificargli il contratto – che resta sempre quello di «maestro de’ concerti» – si provvede a gratificarlo con periodici emolumenti ogni volta che consegnerà le musiche sacre necessarie alla vita musicale della Pietà.

Gasparini non fa più ritorno a Venezia e Vivaldi ne sostiene le funzioni dal 1713 al 1717, fornendo la Pietà di un’impressionante quantità di musica.

In questo stesso periodo Vivaldi assume assieme a suo padre l’impresa del Teatro Sant’Angelo. In quegli anni i teatri veneziani attivi nella produzione di «drammi per musica» – ossia opere – sono sostanzialmente sette: il San Giovanni Grisostomo, il San Samuele, il San Cassiano, il San Moisè, il San Salvatore, il Sant’Angelo e il San Fantin. Il Sant’Angelo è differente da tutti gli altri perché pratica l’abbassamento del costo dei bollettini (ossia i biglietti d’ingresso) con la conseguente ricerca d’un pubblico più variegato e trasversale alle classi sociali: fra i suoi più rumorosi spettatori vi sono i gondolieri. Inoltre programma spettacoli con soggetti di forte richiamo, in contrasto con la linea più raffinata e arcadica praticata, ad esempio, dal San Giovanni Grisostomo, il più blasonato fra i teatri veneziani.

Durante il suo primo impresariato al Sant’Angelo Vivaldi presenta sei nuove opere di sua composizione, in mezzo a molte da lui commissionate ad altri autori. È un periodo d’attività compositiva e produttiva intensissimo, diviso fra il teatro e la Pietà. Dopo aver aperto la sua prima stagione da impresario con un’opera del giovane compositore Giovanni Alberto Ristori, seguìta da una del fratello di Gasparini, Michelangelo, Vivaldi si presenta al pubblico in veste di compositore con



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